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SEL propone il reddito di 600 euro al mese a tutte le persone inoccupate, disoccupate e precarie con un reddito annuale inferiore a 7.200 euro.

Siamo tra i pochissimi Paesi europei – oltre a noi solo la Grecia – a non avere alcuna forma di tutela di ultima istanza. Un reddito minimo contrasta la povertà, libera dal ricatto della precarietà e dal lavoro nero, garantisce una vita dignitosa.

Da argine può diventare modello di un welfare che include e promuove. Il reddito minimo permette a una generazione, ormai non così connotata anagraficamente, di avviare un percorso di crescita formativa, professionale e di vita, in autonomia e con una minima rete di protezione sociale. Il reddito minimo non è una misura assistenziale, ma un investimento, un’opportunità, una responsabilizzazione degli individui perché tutti e tutte possano costruire qualcosa per sé e per la società in cui vivono.

Per questo SEL sostiene la proposta di legge per l’istituzione del reddito minimo garantito, che prevede un reddito di 600 euro al mese a tutte le persone inoccupate, disoccupate e precariamente occupate con un reddito personale imponibile inferiore a 7.200 euro.

Inoltre crediamo sia uno strumento di welfare fondamentale anche in funzione antimafia: molte inchieste dimostrano che le mafie assicurano una sorta di welfare parallelo, perché sono l’unico soggetto in grado di garantire liquidità e potenza economica.

Pensiamo, a proposito, che la nuova Commissione Antimafia debba promuovere un’azione per l’introduzione del reddito minimo garantito per i più giovani. Per offrire loro la libertà di dire “no” al controllo del mercato del lavoro da parte dei clan e della cattiva politica. Per questo raccolgo e rilancio anche i 10 punti dell’Associazione daSud.

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A Milano per Lea Garofalo e Denise

In piazza Beccaria a Milano con Luigi Ciotti, il sindaco Giuliano Pisapia e tantissime donne e uomini per ricordare Lea Garofalo. Dopo quattro lunghi anni di processi, depistaggi e verità strazianti, si è tenuto finalmente un funerale per Lea. Proprio come desidera da sempre Denise, sua figlia.

La storia di Lea Garofalo in questi anni, grazie alla determinazione di Denise, all’appoggio delle associazioni antimafia, e talvolta delle istituzioni, è stata una delle più importanti per raccontare il rapporto tra donne, testimoni di giustizia e ‘ndrangheta. Una delle tanti morti di cui siamo responsabili: uccise o suicidate cambia poco.

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Sabato a Milano, per Lea e Denise. E per chi ogni giorno si ribella alle mafie

Sabato 19 ottobre alle 10.30 sarò e saremo in piazza Beccaria a Milano, per i funerali di Lea Garofalo. Dopo quattro lunghi anni di processi, depistaggi e verità strazianti, si terrà finalmente una messa per Lea. Proprio come desidera da sempre Denise, sua figlia.

La storia di Lea Garofalo in questi anni, grazie alla determinazione di Denise, all’appoggio delle associazioni antimafia, e talvolta delle istituzioni, è stata una delle più importanti per raccontare il rapporto tra donne, testimoni di giustizia e ‘ndrangheta. Una delle tanti morti di cui siamo responsabili: uccise o suicidate cambia poco. Almeno rispetto al nostro ruolo.

Lo scorso maggio la Corte d’Assise di Milano ha confermato quattro ergastoli per Massimo Sabatino, Rosario Curcio, Vito e Carlo Cosco. Quest’ultimo ex compagno di Lea, padre di Denise. Un papà che ha fatto finta di prendersi cura della figlia, facendole credere che la madre “irresponsabile” fosse scappata. Mentre gettava Denise tra le braccia di uno dei complici dell’omicidio di sua mamma.

Ma Denise non capiva, non si rassegnava. Cercava la verità. […]

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Lo Stato sia a fianco di Rosario Rocca

rosario-rocca-290x290Stiamo depositando un’interrogazione in seguito alle dimissioni irrevocabili di Rosario Rocca, sindaco di Benestare (Rc), dopo l’ennesimo atto intimidatorio ai suoi danni. Si ritrova solo, con le spalle al muro, di fronte ad uno Stato che si è dimenticato di lui e di tutti gli amministratori locali che sono presidi di giustizia sociale contro le mafie.

Le dimissioni di Rosario Rocca non sono affatto una sua sconfitta personale. Ma una sconfitta di tutti. Dello Stato in primis, del Parlamento, del Governo. Che in questi giorni ha vivacchiato tra vere, finte o ritirate dimissioni da parte di alcuni deputati e senatori . Dopo 7 mesi ricordo che ancora non si è ancora insediata la Commissione Antimafia. Basta con i teatrini politici: si faccia immediatamente, come chiedono migliaia di italiane e italiani che hanno firmato l’appello dell’associazione antimafie daSud, la Commissione antimafia. Una commissione che funzioni davvero che stia a fianco ai sindaci e alle amministrazioni, e che non diventi la solita medaglietta da indossare”.[Read more]