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«Quando sei stato tanto in mare, non puoi avere paura degli uomini».

Diceva così Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica. In Cilento portò giustizia sociale, rispetto per l’ambiente, partecipazione. E per questo dava fastidio. Aspettiamo da tre anni la verità sul suo omicidio. #mafie

Oggi una importantissima operazione antimafia condotta nella Capitale, grazie al lavoro d’indagine della Procura e della squadra mobile, ha portato all’arresto di 51 esponenti della mafia romana. Colpiti i clan Fasciani, Triassi e D’Agati, che da più da due decenni controllano il territorio di Ostia e si spartiscono gli affari. Era in atto una sorta di “pax mafiosa” in base alle quale tutti potevano gestire i loro traffici: dalle estorsioni degli stabilimenti balneari e dei locali agli incendi, gli omicidi e le gambizzazioni.

Questa operazione è l’ennesima conferma dell’allarme che lanciamo da anni sul radicamento nel tessuto sociale ed economico delle mafie nella Capitale. Usura, racket e spaccio di droga, Roma è un porto di clan, ed è un fenomeno che non riguarda solo il litorale: il controllo del territorio avviene anche nel centro storico della Capitale, dove locali notturni, ristoranti, mercati rionali sono vittime quotidiane di estorsioni.

A 22 anni dalla prima denuncia di Gerardo Chiaromonte, ex presidente Commissione antimafia, i numeri sulle mafie a Roma parlano chiaro, nonostante ci sia ancora un forte deficit investigativo e di conoscenze. Basti pensare che la prima condanna al 416 bis è avvenuta l’anno scorso, ai danni di un gruppo criminale operante nel Lazio ma nativo a Casal di Principe. Oggi siamo davanti alla prima vera indagine di mafia a Roma, che conferma come la Capitale d’Italia sia diventata anche una capitale dei clan.

E’ importante rilanciare la lotta alle mafie a Roma, intervenendo in maniera concreta sia dal punto di vista giudiziario, istituzionale e politico, che da quello sociale, lasciando meno spazi ai clan, e proponendo l’antimafia sociale (servizi, cultura e welfare) come strumento più importante contro la criminalità organizzata.

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La cronaca dell’operazione da Paese Sera.it

Riparte-il-Futuro[1]Duecentocinquantamila italiani ci chiedono a gran voce di modificare la legge 416 ter sul voto di scambio politico-mafioso. Un atto importante che ci farebbe intraprendere la vera strada contro la corruzione e permetterebbe all’Italia di mettersi al pari degli altri paesi europei. Sarà  il primo grande risultato che otterremo nell’intergruppo braccialetti bianchi, composto da 250 parlamentari che hanno aderito alla campagna ‘Riparte il futuro’ promossa da Libera e don Luigi Ciotti.
Il voto di scambio politico-mafioso non avviene solo mediante denaro, ma spesso l’alleanza si basa su appalti pubblici, posti di lavoro, informazioni riservate. Siamo riusciti già a calendarizzare la modifica della norma, che speriamo venga discussa già a luglio in aula. Vogliamo dare un segnale concreto il più presto possibile. La politica dirà in questo modo delle parole chiare sugli strumenti legislativi per combattere i clan e la corruzione. L’antimafia dovrà essere il prerequisito dell’agire politico, su tutte le questioni riguardanti la vita delle persone, come per esempio l’economia, il lavoro, l’ambiente e la sanità.