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La mia interrogazione sullo scempio ambientale a Gioia Tauro, la IAM coinvolta nell’indagine Tempa Rossa

gioia tauro
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13033

presentato da

COSTANTINO Celeste

testo di

Giovedì 28 aprile 2016, seduta n. 615

COSTANTINO, DURANTI e RICCIATTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
il quartiere Fiume sorge a nord della cittadina di Gioia Tauro ed è attraversato dal torrente Budello, un fiumiciattolo che in periodi di magra raggiunge scarsamente i 50 centimetri ma durante le piogge specie autunnali il livello raggiunge i due metri. Il 2 novembre 2010 li superò abbondantemente esondando ed allagando buona parte del quartiere;
il Comitato quartiere Fiume nasce ufficialmente il 20 ottobre 2012 con lo scopo di fare fronte comune e dare voce alle lamentele dei singoli cittadini del rione. Infatti, l’attenzione sulle problematiche del fiume, del depuratore e del degrado ambientale risalgono al 1997;
già in quegli anni nel fiume Budello venivano svenati i reflui «depurati» dell’adiacente impianto di depurazione oggi gestito dalla I.A.M. S.p.A. Benché fossero reflui depurati i cittadini e il Comitato denunciavano un fetore già da allora insopportabile;
in seguito alle proteste, anche del sopracitato Comitato, la condotta della IAM fu spostata a mare nei pressi della foce del Budello. In teoria, dovrebbe sversare a 400 metri dalla battigia, ma per problemi alla condotta ad oggi sversa a 100 metri o anche meno;
mentre i cittadini si mobilitavano per protestare contro i miasmi e per il fiume abbandonato a se stesso, nelle vie del quartiere aumentavano i casi di tumori e neoplasie, che da sporadici sono incrementati vertiginosamente fino a destare la preoccupazione della collettività. In poco tempo è emerso che l’incremento dell’incidenza tumorale aveva colpito l’intera cittadina di Gioia Tauro, tanto che si è ritenuta necessaria l’attivazione di un registro tumori, attualmente ancora inoperante;
allarmati, 10 mila cittadini hanno rivolto un appello scritto ai più alti livelli istituzionali, tra cui il Ministro della salute Lorenzin, il Procuratore di Reggio Calabria Cafiero de Raho senza ricevere alcuna risposta;
il picco di odore nauseabondo proveniente dalla IAM, correlato ai malori, è avvenuto il 26 giugno del 2014. Non più miasmi semplicemente fastidiosi come lo erano solitamente ma molto più intensi, segnalano coloro che sono stati colpiti da malesseri. Durante la mattinata infatti molte persone sono state trasportate al pronto soccorso con sintomi di nausea, capogiri, lacrimazione oculare. Quel giorno la puzza era veramente insopportabile tanto che la gente abbandonava le case e si spostava in altre zone della città. Nel tardo pomeriggio, appena la puzza ha iniziato a scemare e ha consentito ai cittadini di riavvicinarsi, la popolazione ha bloccato i cancelli del depuratore per impedire alle autocisterne di entrare e scaricare;
la IAM si affrettò a far sapere ai cittadini che il problema sarebbe derivato da un black-out elettrico che non era stato preavvisato. Oggi di quella giornata si conoscono le intercettazioni telefoniche riportare dai quotidiani. In queste intercettazioni la dirigenza IAM, ammette telefonicamente, con i clienti del Centro Oli di Viggiano, di avere dei problemi a causa dello smaltimento delle loro acque. Intercettazioni che portano il caso in mano alla procura di Potenza;
la IAM S.p.A. (Iniziative ambientali meridionali) è una società partecipata a capitale prevalentemente privato che dal 1999 gestisce l’impianto di depurazione di Gioia Tauro. La proprietà dell’impianto è in capo all’ASIREG (consorzio per lo sviluppo industriale riconducibile alla regione Calabria). Il depuratore nasce come impianto di depurazione della rete fognaria di 16 comuni della Piana di Gioia Tauro. Fra i soci della IAM vi sono il comune di Gioia Tauro (3 per cento di quote azionarie e un rappresentate nel Consiglio di amministrazione), Polistena (1 per cento) Rosarno (0,5 per cento);
nel 2008 l’azienda chiede ed ottiene dalla regione Calabria l’autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.) per il trattamento di rifiuti liquidi non pericolosi e da allora giungono al depuratore decine e decine di autocisterne al giorno cariche secondo la società di percolato da discarica. Le discariche da cui provengono sono dislocate in tutta Italia, anche da Brescia e Bolzano. Nonostante la società abbia rassicurato più volte sul fatto che essa smaltisse solo percolato da discarica, dopo l’apertura delle indagini lo stesso, amministratore delegato ha dichiarato che sono stati trattati liquidi provenienti dalla lavorazione del petrolio;
prima dell’interessamento dei PM di Potenza, precisamente il 29 ottobre del 2015, la capitaneria di porto di Gioia Tauro aveva sequestrato la cosiddetta «Quarta linea» del depuratore IAM ossia la parte dedita allo smaltimento dei rifiuti. Secondo le analisi svolte dal Laboratorio ambientale mobile (L.A.M.) della capitaneria di porto vi si riscontrava la presenza di metalli pesanti, quali cadmio, al di sopra dei limiti di legge. Il 17 novembre dello stesso anno il tribunale della libertà di Reggio Calabria dissequestra l’impianto che torna al suo normale funzionamento, nonostante le indagini da parte della guardia costiera proseguano e siano tuttora in corso;
l’inchiesta Tempa Rossa dei giorni successivi a questo episodio confermerebbe che la IAM avrebbe sversato 26 mila tonnellate di rifiuti pericolosi;
solo a questo punto la questione è finita in consiglio comunale di Gioia Tauro, dove all’unanimità si è votato affinché il comune socio al 3 per cento chiedesse all’assemblea dei soci della IAM l’azzeramento del Consiglio di amministrazione e la chiusura della quarta linea –:
di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e se intenda promuovere una verifica, anche tramite il comando dei carabinieri per la tutela dell’ambiente, sullo stato dei luoghi e sul livello di inquinamento nonché un’indagine epidemiologica in relazione ai rischi per la salute della popolazione. (4-13033)

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/13033&ramo=CAMERA&leg=17