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La mia interrogazione sul blitz di Casapound sul litorale di Ostia

casapound

Interrogazione a risposta scritta 4-17283

COSTANTINO e FRATOIANNI. — Al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
domenica 9 luglio 2017 alcuni militanti di Casapound, formazione politica fascista, guidati dal loro responsabile romano Luca Marsella, hanno compiuto quello che definiscono un «blitz antiabusivi», nei confronti di venditori sulla spiaggia libera di Ostia, filmando l’azione e indossando pettorine rosse con la scritta Casapound;
«Oggi abbiamo cacciato i venditori abusivi dalle spiagge libere di Ostia. La nostra è stata un’azione provocatoria contro il M5S e la commissione prefettizia del X Municipio – continua nel video Marsella – che parlano di legalità ma hanno chiuso chioschi ad Ostia ponente ed abbandonato le spiagge al degrado», dichiara Luca Marsella sul suo profilo facebook come corollario al video che filma l’azione;
Ostia è un municipio dove la presenza delle mafie è ormai sotto gli occhi della magistratura e dell’opinione pubblica, in primis dei suoi cittadini; evidentemente dietro quelli che Casapound definisce «abusivi» vi è un controllo importante da parte della criminalità organizzata ed essi sono l’ultimo anello di una catena ben organizzata che controlla a tappeto il territorio, compresa la spartizione delle spiagge e dei luoghi di alto interesse commerciale;
non è Casapound, che non ha alcuna autorità, a potersi sostituire alle istituzioni con ronde che diventano una vera e propria «caccia all’abusivo» in un esasperato clima di odio, perché di questo si tratta –:
se il Ministro interrogato sia al corrente dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per contrastare «blitz» o ronde come quelle sopra descritte, anche alla luce degli evidenti risvolti di ordine pubblico.
(4-17283)

 

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/17283&ramo=CAMERA&leg=17

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La mia interrogazione sulla demolizione di alcune abitazioni nel centro storico di Cosenza

COSENZA

Interrogazione a risposta scritta 4-16687

COSTANTINO e FRATOIANNI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
agli inizi di marzo del 2017 l’amministrazione comunale di Cosenza, senza alcuna autorizzazione scritta da parte della Soprintendenza, ha proceduto all’abbattimento degli edifici siti nel centro storico compresi tra via Bombini, via Gaeta e corso Telesio e, per sovrapprezzo, anche di quelli siti in altre aree che non aveva potuto abbattere nel 2014 a causa di veto opposto dall’allora soprintendente Garella;
il sindaco Mario Occhiuto, senza aver richiesto preventivamente, a quanto consta agli interroganti, la necessaria autorizzazione, redige una ordinanza di giunta (n. 4937 del 30 luglio 2014) nella quale ordina l’abbattimento di alcuni edifici nel centro storico, per la precisione in via Santa Lucia;
l’allora Soprintendente, architetto Luciano Garella, venuto a conoscenza, si può presumere dalla stampa, delle intenzioni del sindaco invia prontamente una nota, la n. 13118 del 7 ottobre 2014, nella quale ricorda all’amministrazione comunale di Cosenza che qualsivoglia tipo di intervento nel centro storico deve essere autorizzato dalla Soprintendenza;
il 28 ottobre del 2014 il comando dei carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale invia una nota all’amministrazione comunale di Cosenza, chiedendo di conoscere le iniziative che si intendono intraprendere in ottemperanza alle prescrizioni che la Soprintendenza ha impartito con la nota n. 13118 sopra richiamata, in cui si rappresentava che il centro storico di Cosenza è in gran parte soggetto a vincolo di tutela paesaggistica;
in seguito a questo scambio di note il sindaco non fa eseguire l’ordinanza di demolizione succitata, ma, nel 2016, dopo esser stato rieletto, emette una seconda delibera dello stesso tenore, la n. 41 del 19 ottobre 2016, con la quale ordina di demolire alcuni palazzi nel centro storico, perché ritenuti pericolanti. La delibera riporta in oggetto: «Demolizione di opere per somma urgenza – immobili siti in Cosenza – Centro Storico – Compresi tra Via Bombini, Via Gaeta e Corso Telesio. L’importo totale dei lavori ammonta a 384.768,87 euro»;
il nuovo soprintendente Mario Pagano, in una nota del 30 novembre 2016, risponde ad una tardiva e semplice informativa dell’amministrazione comunale di Cosenza riguardante la delibera n. 41 del 19 ottobre 2016, scrivendo che tutti gli interventi previsti nel centro storico sono sottoposti a preventiva autorizzazione da parte della Soprintendenza e, facendo cenno ad accordi verbali, e rinvia tutto ad un sopralluogo congiunto da effettuarsi in data 1° dicembre 2016, alle ore 10,30;
gli edifici abbattuti oltre ad essere tutelati, come tutti quelli ricadenti nei centri storici, dal vincolo paesaggistico erano di particolare interesse storico ed architettonico perché comparivano già nel catasto murattiano, erano presenti nella cartografia del catasto post-unitario datato 1873 e, per di più, da documenti d’archivio si è a conoscenza del fatto che tutta quest’area era stata sede, almeno dal XVIII secolo, di botteghe artigianali. Ad ulteriore aggravante viene la consapevolezza che, agli inizi del ’900, il soprintendente Edoardo Galli, aveva trovato e segnalato la presenza di possenti muri romani proprio sotto Palazzo Cosentini che è adiacente agli edifici abbattuti fra Corso Telesio, via Bombini e via Gaeta –:
se i Ministeri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, constatato l’abbattimento dei palazzi storici da parte dell’amministrazione comunale senza preventiva autorizzazione paesaggistica e in contrasto con gli articoli 12 e 13 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni, se siano state assunte o si intendano assumere tutte le iniziative di competenza per la tutela del patrimonio sito nel centro storico di Cosenza. (4-16687)

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/16687&ramo=CAMERA&leg=17

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Solidarietà a Don Giorgio Costantino, pestato a sangue questa notte

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Lui è Giorgio Costantino, il parroco della Chiesa della Madonna del Divino Soccorso, quella che è stata la chiesa della mia infanzia e della mia adolescenza. Stanotte Don Giorgio è stato pestato a sangue. L’hanno aggredito in dieci, calci e pugni alla testa, con la violenza cieca di chi vuole uccidere. Lo hanno lasciato a terra pensando che fosse già morto, e non riesco nemmeno a immaginare come sarebbe andata a finire se non si fossero sbagliati. Fa ancora più male sapere che le mani violente possano essere state quelle di dieci giovani ragazzi del quartiere Gebbione di Reggio Calabria. Giovani che attraversano le strade che sono state anche le mie, strade dove è facile perdersi, tra povertà e ‘ndrangheta. Questo è certamente il momento della preghiera per Don Giorgio, poi però dovrà esserci quello della verità perché abbiamo il diritto di capire come siamo arrivati fin qui. Nel frattempo dovremmo iniziare a chiederci se abbiamo mai provato a guardare in faccia quei giovani, a mostrare un’alternativa alla loro rabbia. Io credo di no, non abbastanza. Di sicuro l’aggressione al parroco di Reggio Calabria ci dice che dovremmo farlo meglio. E’ l’appello che mi sento di fare in questo momento alla comunità cattolica, alle associazioni laiche, ai cittadini e alle istituzioni, non ci dobbiamo rassegnare alla violenza anche quando tutto intorno sembra dirci il contrario.

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La mia interrogazione sulle presunte irregolarità nelle nomine tecniche dell’amministrazione di Nocera Terinese

 NOCERA

COSTANTINO e FRATOIANNI. — Al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
nel 2008, in seguito a un’indagine della direzione distrettuale antimafia, viene sequestrata la casa di riposo per anziani di Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro, rimasta incompiuta. Le indagini avevano dimostrato la presenza di infiltrazioni mafiose nell’appalto che era stato vinto dalla ditta Ade costruzione srl;
i provvedimenti sono stati firmati dal sostituto della direzione distrettuale antimafia Gerardo Dominijanni, titolare dell’inchiesta che rappresenta una costola dell’operazione «Progresso» che vede alla sbarra presunti esponenti della cosca Giampà di Lamezia;
dagli accertamenti sarebbe emerso che all’impresa Ade costruzioni (che si aggiudicò l’appalto con un ribasso del 18 per cento su base d’asta di 983.000 euro) sequestrata a novembre del 2007, in seguito all’arresto del suo titolare, Antonio De Vito, avvenuto insieme a quello di Pasquale Giampà per una presunta tentata estorsione a un commerciante di autoricambi, anche dopo l’arresto di De Vito, sarebbe stato consentito di continuare i lavori evitando il possibile rischio di un intervento interdittivo per la certificazione antimafia dalla prefettura di Catanzaro;
molti furono i soggetti coinvolti nelle indagini, anche numerosi esponenti delle istituzioni, tra cui l’ex sindaco di Nocera Torinese e Gerardo Luciano Esposito, in qualità di dipendente dell’ufficio tecnico comunale e che è attualmente sotto processo per reati aggravati dall’articolo 7 della legge n. 203 del 1991: per aver agevolato la cosca mafiosa e per il reato di corruzione ai danni dell’amministrazione comunale di Nocera. Esposito è indagato anche per occultamento di atti pubblici e turbativa d’asta;
solo nel 2015, in seguito all’uscita di quattro consiglieri di maggioranza, e all’arrivo della commissaria dottoressa Ratundo, viene rimosso il geometra Esposito;
le elezioni del 2016 vengono vinte dall’avvocata Fernanda Gigliotti la quale, dopo alcuni mesi dalla sua elezione, reintegra Esposito, che è a tutt’oggi sotto processo per i reati sopra esposti, nominandolo capo dell’ufficio tecnico;
il gruppo di minoranza del consiglio comunale di Nocera Torinese ha, nell’ottobre del 2016, inviato una circostanziata segnalazione all’autorità nazionale anticorruzione, alla regione Calabria e alla procura della Repubblica, non solo per le numerose violazioni delle norme che regolano gli appalti, ma anche per denunciare una palese distrazione di fondi pubblici, gestiti dall’ufficio tecnico in capo a Esposito, il quale avrebbe dato incarichi a familiari, amici e parenti di membri di maggioranza del consiglio comunale nella gestione della demolizione di un «ecomostro» sito sulla costa della cittadina –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda valutare la sussistenza dei presupposti per avviare le iniziative di competenza ai sensi degli articoli 141 e seguenti del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. (4-16641)
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/16641&ramo=CAMERA&leg=17