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Libere forse, uguali senz’altro no

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È spiacevole per noi donne impegnate in politica rispondere a un’accusa di assenza o d’invisibilità. Leggere le critiche e le polemiche di questi giorni alla fotografia tutta al maschile di “Liberi e uguali” ferisce per una serie di ragioni di ordine politico ma anche sociale e culturale.

In generale perché quella accusa non va in profondità e utilizza in maniera strumentale una fotografia che in realtà rappresenta l’intero quadro politico italiano; in particolare perché ignora completamente il grande lavoro che faticosamente tante di noi hanno portato avanti in questa legislatura anche e proprio sulla “differenza”.[Read more]

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Aborto: in Calabria donne penalizzate. In provincia Crotone nessuna interruzione negli ultimi 5 anni

CROTONE

Ci sono zone d’Italia in cui le conquiste delle donne sembrano non essere mai arrivate. E una di queste è Crotone, dove abortire e’ impossibile. Una cosa incredibile visto che esiste una legge da 39 anni, la legge 194 del 1978, che garantisce a tutte le donne il diritto ad interrompere una gravidanza. A Crotone e provincia le donne per vedere riconosciuto un loro diritto devono spostarsi altrove. Una situazione grave su cui ho interrogato la ministra della Salute Lorenzin assieme al segretario nazionale di SI Nicola Fratoianni affinchè assuma iniziative per verificare i motivi della mancata applicazione della legge 194 e affinche’ metta in campo tutte le azioni necessarie per risolvere questa grave situazione. I drammatici dati dell’Istat – prosegue – ci dicono che nessuna donna nella provincia di Crotone e’ riuscita ad effettuare una interruzione volontaria di gravidanza negli ultimi 5 anni, e che sono piu’ di dieci le strutture sanitarie in tutta la regione dove non e’ possibile effettuare una interruzione di gravidanza. A questo si aggiunga poi una elevata  percentuale di obiettori di coscienza rispetto alla media nazionale per vedere impedito un diritto. La Calabria, sulla base dei dati del Ministero della Salute risalenti al 2014, ha infatti il 76,6% di ginecologi obiettori contro una media nazionale, gia’ molto elevata, del 70,7%. Sono in corso – conclude Celeste Costantino – azioni tese a delegittimare anni di battaglie per riconoscere alle donne il diritto a rivendicare la propria autonomia, i propri diritti e la propria dignita’. E’ necessario contrastare con forza qualsiasi forma di attacco alla liberta’ di scelta e di cura alle donne

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Me too #quellavoltache… se l’è cercata! Oggi alla Sala Fredda della Cgil in Via Buonarroti a Roma

ME TOO

Allusioni e modi di dire, battute e insulti, giudizi e giustificazioni tornano oggi a farsi sentire quando il dibattito pubblico si occupa di molestie e di violenza sessuale contro le donne.

Tornano senza particolari pudori, e smaccatamente offensive, le critiche sull’abbigliamento delle ragazze e sulle uscite serali, in poche parole sullo stile di vita delle donne. Segno evidente della persistenza di un meccanismo di complicità che ha ancora radici profonde: complicità maschile – ma spesso anche femminile – con chi commette il reato sessuale.

Una circostanza che non fa che confermare come la violenza contro le donne sia un fenomeno strutturale nel nostro Paese e come la società nel suo complesso, a partire dalle istituzioni, sia incapace di avviare iniziative sistemiche e continuative di prevenzione, come per esempio l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole.

A questo dato strutturale oggi però si aggiunge un’emergenza, frutto di un diffuso e generale clima di arretramento politico-culturale: è venuta meno qualsiasi tipo di vergogna nella narrazione della violenza. Accade con l’ostentazione del proprio razzismo e della propria xenofobia, accade sempre più spesso con il sessismo.

Di tutto questo discuteremo oggi, venerdì 10 novembre alle ore 17 presso la Sala Fredda della Cgil di Roma in Via Buonarroti 12 Via Buonarroti 12, primo piano.

La Sinistra si costruisce a partire da qui, da queste riflessioni di cultura politica. L’alternativa comincia adesso. 

Qui l’evento facebook

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L’associazione Frida Khalo di nuovo sotto attacco. La mia interrogazione al Ministero dell’Interno

MARANO 2
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18222

COSTANTINO e FRATOIANNI. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:

l’associazione di volontariato «Frida Kahlo, la città delle pari opportunità» gestisce, in collaborazione e per conto dell’ente comune di Marano di Napoli, a titolo totalmente gratuito, un servizio di sportello ascolto per la prevenzione ed il contrasto alla violenza di genere, in virtù di delibera di giunta comunale n. 148 del 2 novembre 2011, presso la sede comunale distaccata di Torre Caracciolo (ex ufficio anagrafe);

negli anni lo sportello di ascolto è divenuto un punto di riferimento e di aggregazione per le donne del territorio, territorio molto povero sia nell’offerta di servizi che nell’offerta culturale e sotto molti punti di vista l’associazione ha colmato l’assenza delle istituzioni. L’associazione ha realizzato uno spazio sociale in cui le donne si incontrano e raccontano le proprie esperienze di vita, al cui interno sono stati avviati laboratori volti non solo al sostegno delle donne vittime di abusi e violenza ma anche e soprattutto alla prevenzione della violenza mediante la diffusione della cultura di genere e l’istituzione di una biblioteca di genere, una biblioteca popolare realizzata con la donazione di testi da parte delle cittadine e dei cittadini, promuovendo iniziative e progetti per l’inserimento dell’educazione sentimentale nelle scuole;

a seguito di infiltrazioni al solaio di copertura dell’edificio comunale, i locali, sede del detto sportello di ascolto, furono chiusi per un lungo periodo per consentire le necessarie opere di ripristino dell’agibilità dei medesimi locali;

con ordinanza sindacale n. 18 del 18 maggio 2015 i locali furono riconsegnati all’associazione per la ripresa delle attività e, fin dal momento dell’assegnazione dei locali, lo sportello è stato oggetto di numerosi e ripetuti atti vandalici da parte di ignoti che hanno determinato più volte la sospensione delle attività, riprese poi a cura ed oneri dei volontari dell’associazione;

più volte le associate e gli associati hanno chiesto l’intervento dell’ente per la messa in sicurezza dei locali (porta di ferro, grate alle finestre e ripristino del cancello di ingresso ai locali), ma, nonostante l’associazione abbia avviato un protocollo d’intesa con il comune per un progetto ad ampio respiro per la casa delle pari opportunità, le autorità locali non hanno dato risposta;

il protocollo con il comune è stato sospeso, perché l’associazione era stata cancellata illegittimamente dall’albo regionale dalla regione Campania, cancellazione contro la quale «Frida Khalo» ha fatto ricorso al Tar, vincendolo, ma l’ente comunale non si è adeguato all’esito del ricorso e ha rinunciato ad agire quantomeno per garantire la sicurezza nel normale svolgimento delle attività associative, attività di cui il territorio di Marano ha estremamente bisogno;

già nell’agosto del 2016 si è verificato un atto di vandalismo, al quale segue quello del 16 ottobre 2017: la sede è stata completamente devastata, la biblioteca e i libri sono stati distrutti, la porta di ferro è stata scassinata ed è stato ritrovato un gatto ammazzato dentro la sede, come un avvertimento di stampo mafioso. L’associazione ha denunciato il tutto alla compagnia dei carabinieri di Marano –:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e come intenda attivarsi affinché la prefettura, la questura e le forze dell’ordine locali garantiscano la sicurezza della sede dell’Associazione Frida Khalo e delle persone che la frequentano perché si svolgano normalmente le attività dell’associazione.
(4-18222)

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/18222&ramo=CAMERA&leg=17