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#Migranti Questa è la strada giusta per l’integrazione

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Sabato ho visitato un ostello per rifugiati situato all’interno della Riserva naturale del lago di Penne, gestito da Arci e Wwf. Una bellissima esperienza di integrazione: ai ragazzi vengono insegnati l’italiano, i loro diritti, l’educazione ambientale. Mentre si impegnano quotidianamente in lavori di manutenzione, gestione dell’oasi, cura del verde.

Questa è la strada giusta. Insieme all’ulteriore appello di Papa Francesco per aprire le parrocchie di tutta Europa alle famiglie di profughi, oggi in marcia verso un futuro migliore.

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Caporalato, il Ministro Martina accoglie una delle richieste avanzate nel rapporto #Filierasporca. Ora proceda a rendere trasparente tutta la filiera agroalimentare contro sfruttamento nelle campagne

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La “responsabilità in solido” per le aziende che sfruttano i lavoratori nelle campagne italiane, annunciata ieri dal ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, è un primo importante passo verso la trasparenza della filiera agroalimentare.

Finalmente qualcosa inizia a cambiare, dopo le morti avvenute questa estate nei campi del Mezzogiorno e in seguito alla campagna mediatica di #FilieraSporca, organizzata dalle associazioni Terra!Onlus, daSud e Terrelibere.org. La misura individuata da Martina è contenuta nelle quattro proposte avanzate nel rapporto che abbiamo sostenuto e presentato più volte in tutta Italia.

Adesso è urgente anche la pubblicazione dell’albo dei fornitori e l’estensione a tutti i soggetti coinvolti nella produzione agroalimentare, per non rendere inutile il piano predisposto dal ministero. Inoltre continueremo a chiedere al Governo degli impegni precisi su l’etichetta narrante e la responsabilità solidale delle imprese. Solo così potremo ottenere una filiera trasparente, rendere i cittadini consapevoli e combattere la schiavitù e lo sfruttamento nei campi.

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#Migranti Non ci si può solo commuovere, bisogna dire da che parte stare

Un sondaggio Swg, oggi pubblicato dall’Unità, mostra risultati davvero preoccupanti sull’atteggiamento verso i #migranti degli elettori italiani. Sono più di uno di dati allarmanti, a partire da questo: un italiano su due pensa che dovremmo respingere i migranti prima che si avvicinino alle coste. I fomentatori d’odio insomma stanno purtroppo riuscendo nella loro scellerata strategia di comunicazione, raccattando voti con un populismo becero condito massicciamente da razzismo e xenofobia. Ma non basta. Il 94% degli elettori della Lega Nord i respingimenti dovrebbero iniziare immediatamente; la pensano alla stessa maniera il 67% degli elettori di Forza Italia.

La cifra più pericolosa riguarda però il partito di Grillo: il 46% degli elettori del #M5S vorrebbe cacciare e respingere i cittadini stranieri. Ecco la conseguenza della doppia anima della divulgazione grillina, che da un lato semina appelli razzisti dal blog di riferimento (allarme tubercolosi, il rifiuto della cancellazione del reato di clandestinità, la sospensione di Schengen “per qualche mese”) mentre dall’altro i parlamentari a cinque stelle non prendono posizione sui temi più importanti.

Non ci si può solo commuovere, bisogna dire da che parte stare.

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#Migranti Quelle immagini che ci riportano alla Shoah. Non possiamo più non vedere

Avviene tutti i giorni, da decenni. Migliaia di bambini, con i loro genitori alla ricerca di un futuro migliore, muoiono nelle spiagge, nei deserti, nei barconi, nel Mediterraneo, il più grande cimitero d’Europa.

Siamo lì, ora, in quella spiaggia. Insieme ad Aylan, tre anni. Con la faccia riversa sulla sabbia. La stessa su cui aveva passeggiato prima di salire sulla barca che l’avrebbe portato lontano, verso una nuova vita lontana dalla Siria in guerra. Sperava. Non sono storie lontane: questa foto ce lo urla in faccia. Insieme ad un repertorio di scatti e immagini che in questi giorni ci riporta al tempo della Shoah: i migranti fermi al confine, i poliziotti che scrivono numeri sui polsi dei bambini in Repubblica Ceca, le famiglie in attesa di un treno a Budapest.

Oggi Italia, Germania e Francia hanno stretto un patto per il diritto d’asilo europeo. Pretendiamo non sia un accordo al ribasso, un compromesso che farebbe ulteriormente naufragare quel concetto di solidarietà su cui dovrebbe fondarsi l’Europa, finora dimostratasi solo una unione di banche e austeri accordi economici.