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Il question time mio e di Erasmo Palazzotto al Ministro Delrio sul Ponte sullo Stretto

Question Time alla Camera di Sinistra Italiana su ponte sullo stretto con Celeste Costantino e Erasmo Palazzotto. Delrio semplicemente non risponde. Non dice la cifra delle penali (ma illustra metodo calcolo approvato da avvocatura dello stato, e siamo nell’ordine di centinaia e centinaia di milioni di euro a tenersi cauti) e non dice se sono previsti fondi in finanziaria. Poi parla di altro e di una rete infrastrutturale in Sicilia e Calabria che vive solo nei suoi sogni. Intanto percorrere i 4000 km di rete statale in Sicilia resta una scommessa e per i 14mila km di reti provinciali l’unico intervento è quello delle transenne per le chiusure.

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Casa Pound, quei “bravi ragazzi”

Ho appena svolto in commissione l’interrogazione su Casa Pound. Per chi non fosse informato c’è un documento della Direzione centrale della Polizia di prevenzione firmata dal Prefetto Mario Papa che definisce Casa Pound una organizzazione di bravi ragazzi molto disciplinati. In cui l’utilizzo della violenza è da considerarsi come una conseguenza della “spinta del cosiddetto antifascismo militante”. Tradotto: violenti per legittima difesa. La risposta del Ministero dell’Interno è stata semplicemente vergognosa. Prima ha tracciato il quadro dell’organizzazione e ci ha fatto sapere che nel quinquennio 2011-2015 sono stati tratti in arresto 19 militanti e 336 sono stati deferiti a vario titolo all’autorità giudiziaria. Dopodiché ci spiega che il documento della Direzione centrale della Polizia di prevenzione non costituisce un documento di analisi ma una risposta a precisi quesiti posti dal Tribunale civile di Roma. Stop.
Quindi? Le risposte hanno descritto un’associazione bellissima, di promozione sociale e culturale, fatta di volontari con “uno stile di militanza fattivo e dinamico ma rigoroso nel rispetto delle gerarchie interne”.
Al Ministro Alfano non procura nessun imbarazzo che la Direzione centrale della Polizia e un Prefetto diano delle credenziali di questo tipo ad un tribunale su un’organizzazione che per loro stessa ammissione è sotto una costante attività di monitoraggio? Questa incoerenza e questa omissione di giudizio portano ad un’unica considerazione che anche il Ministro come il Prefetto Mario Papa formalmente e ufficialmente simpatizzano per Casa Pound.

A questo link il testo dell’interrogazione a risposta immediata in Commissione:

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=5/07639&ramo=CAMERA&leg=17

Questa la risposta del Sottosegretario Manzione:

Signor Presidente, onorevoli deputati, il movimento CasaPound, sorto nel dicembre 2003 ma ufficializzato formalmente nel 2007, si è affermato progressivamente nel panorama nazionale dell’estremismo di destra.
L’incremento delle attività di propaganda e l’interesse del sodalizio per temi a forte rilevanza sociale hanno accentuato la concorrenzialità con i gruppi di opposto orientamento, sfociata nell’ultimo anno in ben 106 episodi di contrapposizione, con il ferimento, in alcuni casi anche grave, di 24 attivisti di destra e di sinistra.
Il Ministero dell’interno segue l’evoluzione di questa situazione di conflittualità, dedicando particolare attenzione all’attività dei gruppi politici estremisti e alle frange più radicali in tutte le zone d’Italia.
In tale contesto, vengono costantemente controllati anche i luoghi di aggregazione dei simpatizzanti di CasaPound e le iniziative assunte dai medesimi.
Eventuali comportamenti illeciti posti in essere da singoli esponenti del movimento vengono perseguiti con fermezza e sistematicità dalle Forze dell’ordine e dalla magistratura.
Al riguardo, informo che nel quinquennio 2011-2015 sono stati tratti in arresto 19 militanti o simpatizzanti di CasaPound, mentre 336 sono stati deferiti a vario titolo all’Autorità Giudiziaria. A ciò aggiungo che dall’inizio del corrente anno sono già stati effettuati 1 arresto e 23 denunce.
Quanto all’ispirazione fascista del movimento evocata nell’interrogazione, rilevo che, allo stato attuale, non risultano pronunce giurisdizionali che abbiano accertato, nei riguardi di Casapound, il concretizzarsi della fattispecie della riorganizzazione del disciolto partito fascista e che legittimino, quindi, l’adozione di provvedimenti di scioglimento.
Con riferimento specifico al documento della Direzione centrale della polizia di prevenzione, su cui è incentrata l’interrogazione, rappresento che esso non costituisce un documento di analisi o di valutazione sul movimento, ma una risposta a precisi quesiti posti dal Tribunale Civile di Roma, concernenti in particolare:
dati conoscitivi sull’associazione;
informazioni sull’articolazione della struttura organizzativa anche a livello periferico;
notizie sull’eventuale diretto coinvolgimento del sodalizio in procedimenti penali o attività d’indagine, sfociate in denunce o rapporti informativi all’Autorità giudiziaria per fatti di violenza o per manifestazioni politiche non autorizzate, segnatamente di carattere antisemita e/o neonazista.

Per quanto attiene al terzo punto, sono state sottoposte all’attenzione del magistrato talune situazioni di criticità riguardanti in particolare:
l’infiltrazione nelle tifoserie ultras sportive, divenuta spesso il presupposto per il compimento di azioni violente nei confronti di esponenti di opposta ideologia anche fuori dagli stadi;
più in generale, la presenza, all’interno del sodalizio o in ambienti vicini ad Pag. 54esso, di elementi inclini all’uso della violenza intesa come strumento ordinario di confronto e di affermazione politica. È stato quindi precisato che tali soggetti si trovano sovente coinvolti in episodi di illegalità contro elementi di opposto orientamento, ponendo in essere risse, aggressioni e scontri, talvolta preordinati.

Nel documento viene anche chiarito che tali comportamenti sono puntualmente e sistematicamente perseguiti sotto il profilo penale ogni qualvolta si riesce a giungere all’individuazione delle responsabilità, come ho avuto già modo di evidenziare nella prima parte del mio intervento.
In conclusione, voglio rassicurare gli onorevoli interroganti che le autorità provinciali di pubblica sicurezza svolgono una costante attività di prevenzione attraverso un attento monitoraggio ed un’accurata raccolta informativa nei confronti dei movimenti estremisti – tra i quali Casa Pound, finalizzata a cogliere il minimo segnale di turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica e ogni ipotesi di deviazione dalle regole del diritto e della pacifica convivenza.

 

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Ponte sullo Stretto. Dal governo versioni diverse, ma tutti sono convinti che prima o poi si farà


Nel corso del question time fatto di oggi abbiamo ascoltato l’ennesima versione del governo sulla possibilità di costruire il Ponte sullo Stretto di Messina. Ad oggi abbiamo versioni diverse che vengono dal Presidente del Consiglio, dal Ministro Alfano, dal Sottosegretario Nencini e dal Ministro Delrio. Chi dice che si farà subito e chi dice che è importante ma ci sono prima da risolvere i problemi di viabilità in Calabria e in Sicilia. Chi dice la verità? Chi in questo momento ha la facoltà di dire esattamente come stanno le cose? Una cosa però li accomuna tutti: nessuno afferma che non si farà. afferma la deputata di Sinistra Italiana Celeste Costantino replicando alla risposta del Ministro Delrio al question time di Sinistra Italiana sulla realizzazione del Ponte di Messina. Non siamo soddisfatti della risposta di Delrio, perché chiedevamo una parola definitiva. E invece anche oggi niente. Sinistra Italiana è contraria alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e si opporrà alla costruzione di questa opera assolutamente inutile. Per tenere Alfano e il suo partito in vita il governo butta al macero decenni di battaglia per l’ambiente e la legalità. Nel video la mia replica al Ministro Delrio.

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Question time alla ministra Giannini sull’educazione sentimentale, la strategia nazionale Lgbt e l’applicazione della Convenzione di Istanbul

Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
nel 2013 l’Italia ha aderito, attraverso il Dipartimento per le pari opportunità e l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni (Unar), al programma del Consiglio d’Europa, che adottava la strategia nazionale lgbt 2013-2015, il cui obiettivo era prevenire e contrastare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere;
sempre nel 2013, il Parlamento italiano è stato il quinto in Europa a ratificare – all’unanimità – la Convenzione di Istanbul, convenzione europea in cui è espressamente indicata la necessità di inserire nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado delle forme di educazione all’affettività, ovvero uno spazio in cui è possibile far confrontare i ragazzi sulle relazioni, sulle differenze di genere, sulla risoluzione dei conflitti;
il 4 giugno 2015, nessun delegato istituzionale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca si è presentato alla conferenza stampa convocata a Roma dall’Asse educazione e istruzione organizzato da Unar e Re.a.dy nell’ambito della strategia nazionale; lo si apprende da un comunicato delle associazioni lgbt Agedo, Arcigay, ArciLesbica, Associazione radicale certi diritti, Equality Italia, Famiglie arcobaleno, Gay center, Mit, che in quell’occasione confermava anche la pubblicazione on line del portale lgbt, ormai pronto, uno degli obiettivi della strategia nazionale e per cui infatti erano stati stanziati degli appositi fondi pubblici e di cui on line non si ha ancora traccia, a distanza di venti giorni;
nei giorni precedenti alla manifestazione, svoltasi il 20 giugno 2015 a Roma, denominata «Difendiamo i nostri figli», in vari gruppi Facebook e Whatsapp di molti genitori di studenti sono comparsi dei messaggi allarmistici su fantomatici corsi di «teoria del gender», veicolati in alcuni casi addirittura da una dirigente scolastica, come per una circolare n. 289 diffusa presso l’istituto romano «Via P. A. Micheli» e su cui gli interroganti hanno già presentato un’interrogazione a risposta scritta, in cui si invitavano i genitori ad «informarsi meglio» sul sito del comitato promotore della manifestazione organizzata da gruppi cattolici;
secondo l’Istat erano più di 3 milioni gli italiani che si dichiaravano omo o bisessuali nel 2012 e secondo una ricerca condotta dall’associazione Arcigay, con il patrocinio dell’Istituto superiore di sanità, già nel 2005, il 17,7 per cento dei gay e il 20,5 per cento delle lesbiche con più di 40 anni ha almeno un figlio. Attualmente, nonostante non esista un registro nazionale ufficiale delle unioni civili, si calcola che i figli di coppie omosessuali siano in Italia circa 100 mila –:
in questo clima di «caccia alle streghe», di totale confusione e di sostanziale diffamazione nei confronti di associazioni coinvolte in numerosi percorsi scolastici di successo che colmano il vuoto lasciato dai programmi ministeriali su qualsiasi aspetto dell’educazione all’affettività, come intenda il Ministro interrogato attendere agli impegni presi attraverso la strategia nazionale lgbt e attraverso la Convenzione di Istanbul nel contrasto all’omofobia, agli stereotipi e alla violenza di genere.
(3-01565)