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Il mio intervento per il riequilibrio della rappresentanza di genere nei Consigli regionali

Se non in materia elettorale altre volte questo Parlamento si è ritrovato a discutere di quote, di parità di genere e di norme antidiscriminatorie. Perché purtroppo in ogni settore riscontriamo deficit importanti di protagonismo femminile. E puntualmente quando si apre questo dibattito ci sono donne, e uomini, che ti spiegano che non vogliono essere ridotte ad una quota o ad una riserva indiana, come se ci fosse qualcuna al mondo a cui potesse fare piacere definirsi così e non invece vedersi valorizzata e riconosciuta per il proprio lavoro. Quello che si omette di dire all’interno di questa litania banale e superficiale è che se le cose fossero così lineari non avremmo i dati che purtroppo nel nostro Paese si registrano. O si teorizza un’inferiorità scientifica delle donne oppure bisogna ammettere che ci sono degli ostacoli messi in campo dall’altro sesso che non permettono l’accesso ad alcuni ambienti e ad alcuni ruoli. Com’è possibile che donne si laureano di più, in minor tempo e con risultati migliori degli uomini e sono così ridimensionate in qualsiasi ambito lavorativo? Nessuna di noi penso voglia sentirsi garantita da una norma ma è innegabile almeno per quei partiti che la norma antidiscriminatoria ce l’hanno nei propri statuti che se non ci fosse stata molte delle deputate presenti oggi in questo Parlamento non sarebbero state elette. Certo poi c’è chi uno statuto neanche ce l’ha e vanta una presenza femminile altrettanto numerosa ma le scelte di un capo possono andare in varie direzioni, in questa legislatura è andata bene ma non penso che questo metodo possa essere preso a modello per il Paese.

Insomma tutto questo per dire che non fa piacere votare questa legge, non fa piacere registrare questa fotografia del Paese e dover prendere tali provvedimenti per sbloccare la questione della rappresentanza. Avremmo preferito che in questi anni si fossero fatte leggi per parificare i salari, avremmo preferito un investimento forte sul welfare invece di continuare a demandare alle donne tutto il lavoro di cura di anziani e bambini, avremmo preferito politiche di conciliazione e più asili nido invece di bonus bebé. In poche parole avremmo voluto che la partecipazione alla politica avvenisse attraverso tutto questo piuttosto che attraverso norme che obbligano a tenerci nella giusta considerazione. Ma tutto questo non è stato fatto e a quanto pare non si ha neanche in testa di farlo. Allora Sinistra italiana vota favorevolmente a qualcosa che si rende necessario ma che speriamo che le nostre figlie non debbano dover utilizzare. Perché per noi oggi più che mai davanti a ministre che vogliono farsi chiamare ministri più che la politica di parità avremmo voluto contrapporre la politica della differenza.

A questo link il video integrale del mio intervento:

https://www.youtube.com/watch?v=VlfaqLFp7GQ

 

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I femminicidi continuano e l’educazione sentimentale nelle scuole ancora non c’è

Marinella è stata accoltellata da suo marito, Luana è stata strangolata dall’ex convivente che aveva già un omicidio alle spalle. Carla era incinta, il suo compagno le ha dato fuoco e i medici hanno fatto nascere una bambina che forse non conoscerà mai sua madre.

Omicidi per “motivo passionale” scrivono i giornali, e ci fanno ripiombare in quei tempi bui dove la parola femminicidio non veniva pronunciata, accettata, compresa.

E’ anche davanti alle storie di queste tre donne che dovranno rispondere le coscienze di chi continua a svilire ogni forma di prevenzione e a negare l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole.

Femminicidio

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Oggi al PINK FACTOR – La differenza che cambia la politica

pink fa

 

A partire dalle 9,30 vediamoci alla Casa Internazionale delle Donne, per PINK FACTOR – La differenza che cambia la politica. Io modererò il tavolo LIBERTÀ. Democrazia – Diritti – Sicurezza

Questo il programma della giornata

ore 9.30
Apertura

ore 10.00 – 13.30
Gruppi di lavoro:
1. SAPERI. Scuola – Formazione – Cultura 2. VITA. Lavori – Welfare – Reddito 3. GEO(BIO)POLITICA. Migrazioni – Identità – Conflitti 4. CORPI. Desideri – Tecnologie – Post-umano 5. LIBERTÀ. Democrazia – Diritti – Sicurezza

ore 13.30 – 14.30
Pausa pranzo

ore 14.30 – 17.30
“La differenza che cambia la politica”
Discussione in plenaria

ore 17.30
Conclusioni

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La Calabria vista dalle donne. Oggi a Reggio Calabria per un confronto coi centri antiviolenza

imageOggi, presso la Sala “Federica Monteleone” del Consiglio Regionale a Reggio Calabria, alle ore 15:30, per discutere con i Centri antiviolenza riconosciuti dalla regione Calabria e l’Assessore regionale al welfare, Federica Roccisano sulle strategie regionali da mettere in campo da mettere in campo per il più efficace contrasto al fenomeno della violenza di genere, a partire dalla piena attuazione legge regionale n. 20/2007 di sostegno e finanziamento ai centri antiviolenza.