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Da trent’anni aspettiamo l’introduzione del reato di tortura nel codice penale

Durante il mio intervento sull’introduzione del reato di tortura nel codice penale ho ricordato le storie delle donne e degli uomini rinchiusi nella caserma di Bolzaneto nei giorni del G8 di Genova. Storie di privazioni, violenze, abusi. Storie di tortura, un reato che il nostro Paese ancora non prevede, ignorando la Convenzione Onu del 1984 che definisce il delitto di tortura un reato proprio del pubblico ufficiale.

Il testo, da oggi alla Camera, non ci soddisfa pienamente. Presenteremo degli emendamenti che rispettano la nostra proposta di legge, redatta insieme alle associazioni, che non considera la tortura un reato comune.

Da tanto tempo aspettiamo questo momento. Faremo di tutto per far diventare legge il reato di tortura. Lo dobbiamo ai tanti Stefano Cucchi e lo dobbiamo alla nostra generazione, a Genova 2001, che credeva nel cambiamento.

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Solidarietà al sindaco Gianni Speranza. Schiena dritta, trasparenza e buona politica fanno paura alla ‘ndrangheta

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Esprimo vicinanza e sostegno al sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza, dopo le intercettazioni, rese pubbliche in queste ore, del boss di ‘ndrangheta Nicolino Grande Aracri in cui vengono rivolte minacce di morte all’indirizzo del primo cittadino di Lamezia.

Il sindaco Speranza in Calabria ha rappresentato in questi anni un modello di buona politica ed efficiente amministrazione. Gestione trasparente, controllo certosino di ogni appalto, ferma condanna della criminalità organizzata in tutte le sedi. In poche parole l’antimafia come presupposto per ogni azione pubblica e politica.

A lui non può che andare la mia solidarietà. È importante che il Governo e la Commissione antimafia continuino a tenere i riflettori accesi sulla Calabria e l’Emilia romagna, principali regioni di influenza della famiglia Grande Aracri. Non tutti i sindaci hanno dimostrato di avere la schiena dritta come Gianni Speranza, a cui in questo momento va garantita la piena sicurezza.

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#Mafiacapitale, Partecipo e sostengo iniziativa Spiazziamoli. Oggi e domani insieme ai cittadini in 50 piazze contro mafie e corruzione a Roma

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Saranno due giorni pieni di iniziative, dibattiti, proiezioni, giochi di ruolo contro le mafie e per la democrazia in più di 50 piazze della Capitale. Una grande manifestazione dei cittadini romani che hanno capito come l’antimafia popolare e la cultura siano dei grandi strumenti contro i clan e il loro welfare parallelo.

A tre mesi dall’inchiesta Mafia capitale continua il negazionismo delle istituzioni, che tendono a derubricare tutto come semplice “tangentopoli”. Da anni denunciamo che Roma è un porto di clan, in cui ’ndrangheta, camorra, cosa nostra e mafie laziali – come i Fasciani a Ostia e l’organizzazione di Carminati – si sono spartiti gli affari grazie alla complicità di professionisti e pezzi corrotti delle istituzioni.

I cittadini scendono in piazza per ribadire l’importanza di una discussione pubblica sui diritti sociali, la democrazia e l’economia. Accendendo i riflettori sulla Capitale, dal centro alla periferia, sul narcotraffico, i ricatti delle mafie e i beni confiscati e pubblici inutilizzati.

Un grazie ai movimenti, le associazioni e i circoli che stanno animando le piazze romane. Intanto Sel in Parlamento si batterà per fare in modo che la legge anticorruzione, sull’autoriciclaggio e il falso in bilancio, non sia il solito annuncio vuoto del Governo Renzi. Abbiamo bisogno di strumenti legislativi per arginare lo strapotere delle organizzazioni criminali.

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Caso Cofferati. Facciamo una riflessione sulle primarie?

Se fosse vero che in Liguria pezzi criminali hanno sporcato il risultato delle primarie il Pd si dovrebbe preoccupare di questo invece di accusare Cofferati di avere perso e di essere andato via col pallone. Poi invece per quanto riguarda noi magari è arrivato il momento di farla una cavolo di riflessione sulle Primarie. Perché è evidente che c’è più di qualcosa che non funziona e questo non ha a che fare solo con i “regolamenti”.