Reggio Calabria si sveglia con un nuovo Sindaco. Porta nel suo cognome una storia importante, un affetto e una speranza. Tutti abbiamo amato il Sindaco Italo Falcomatà. Adesso dopo anni di disastri del centro destra di Giuseppe Scopelliti e il commissariamento per ‘ndrangheta del Comune arriva a rivestire quella carica il figlio Giuseppe. A lui va un in bocca a lupo, ci auguriamo presto di assistere ad un’altra primavera. Buon lavoro.
#chiediamoasilo, da Reggio Calabria al resto d’Italia
Palazzo Montecitorio, Sala Stampa Camera dei Deputati
22 ottobre 2014 ore 11.30
A Reggio Calabria tutti gli asili nido pubblici sono chiusi dall’autunno 2013. Cittadini e cittadine sono privati di un servizio essenziale per l’educazione dei bambini e per la conciliazione dei tempi di vita. Le elezioni amministrative a Reggio Calabria del 26 ottobre sono un momento importante per chiedere ai candidati impegni concreti per far fronte all’assenza dei servizi alla prima infanzia. È anche il momento per ribadire al governo Renzi di dar seguito alle numerose promesse di assicurare più asili nido sul territorio nazionale. Reggio Calabria è infatti solo un esempio dell’impegno insufficiente da parte delle nostre istituzioni locali e nazionali per garantire servizi adeguati all’infanzia nel nostro paese. Serve infatti un uso responsabile e trasparente delle risorse pubbliche, a partire dai fondi europei a nostra disposizione per aumentare gli asili nido nel Mezzogiorno.
Intervengono:
On. Celeste Costantino – Deputata di Sinistra Ecologia e Libertà
Beatrice Costa – Responsabile Dipartimento Programmi di ActionAid Italia
Modera: Claudia Daconto – Giornalista di Radio Città Futura
Calabria, allargare la coalizione a Ncd e Udc sarebbe una pietra tombale sul centrosinistra
Siamo oltre. È da non crederci, ma il solo fatto che se ne stia discutendo in queste ore e che si leggano dettagliate cronache giornalistiche su incontri e pressioni rende tutto maledettamente reale. E indecente.
Il Pd di Matteo Renzi a un tavolo nazionale chiede l’allargamento dell’alleanza a Ncd e Udc per le elezioni regionali in Calabria al candidato presidente Mario Oliverio, che sta respingendo sdegnato gli attacchi. La motivazione? Sono almeno due: strutturare un modello nazionale che evidentemente non rappresenta più una necessità dettata dalla contingenza ma che diventa una scelta strategica; e salvare questa esperienza di Governo dalla minaccia del senatore Tonino Gentile, che guida l’Ncd in Calabria, di abbandonare insieme ai suoi senatori la maggioranza nazionale. Uno scenario e delle motivazioni che fanno venire i brividi.
Significa infatti con questa decisione mettere una pietra tombale su qualsiasi visione possibile di centrosinistra per il futuro dei territori e del Paese e cedere al ricatto di chi ha devastato, distrutto, mortificato per anni la Calabria. Con tutto il valore simbolico che ne deriva. Perché se prima la Calabria era semplicemente terra di “nessuno” o di conquista, isolata e arretrata, marginale nell’immaginario politico nazionale, adesso – purtroppo o forse per fortuna – la Calabria, e emblematicamente non l’Emilia Romagna – diventa luogo di sperimentazione e pratica di ogni deteriore alchimia politica.
E c’è da chiedersi, come possono sedere tra i banchi del governo i rappresentanti calabresi, dall’ex sindaca antimafia di Monasterace Maria Carmela Lanzetta in giù, sapendo che il loro partito si allea in Calabria con quello di Giuseppe Scopelliti e Tonino Gentile? Come può la presidente della commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi, eletta in Calabria, dire sì all’alleanza con Giuseppe Scopelliti e Tonino Gentile?
Ma c’è di più. Al netto di una condanna e di nuovi capi d’imputazione per l’ex governatore, del commissariamento per ‘ndrangheta della città di cui era stato sindaco, della brutta vicenda che ha costretto Gentile a rinunciare al suo posto da sottosegretario, al netto di tutto questo il Pd, con un’azione del genere, non disconoscerebbe se stesso e tradirebbe il suo popolo e il popolo delle primarie? E ancora: il Pd, nazionale e calabrese, ha un giudizio politico sui 10 anni di amministrazione del centrodestra? O è tutta, sempre e soltanto, una questione di potere?
Perché, davvero, fa tremare i polsi il fatto che una decisione così importante per il futuro della Calabria e dell’Italia possa essere giocata sul semplice piano del potere. Formalizzare in Calabria un’alleanza con Ncd e Udc infatti sancirebbe in maniera inequivocabile che ogni scelta viene presa a partire dagli interessi di chi può in autonomia determinare maggioranza e minoranza nel Paese, da chi ha il potere di far saltare il meccanismo democratico non più “sottobanco” ma sedendosi al tavolo della trattativa con l’atteggiamento spregiudicato di chi comanda. Ecco perché la vicenda calabrese ha poco di locale. È uno spartiacque, il discrimine per il Pd tra politica e potere sfacciato, forse persino tra il bene e il male. Per questi motivi domani alle 12,30 sarò a Lamezia Terme accanto al sindaco Gianni Speranza, per una conferenza stampa convocata all’hotel Lamezia per chiedere se esiste ancora il centrosinistra in Calabria.
Presentata interrogazione con Miccoli (Pd) e Zaccagnini (Sel) al ministero dell’Interno: vogliamo chiarezza sui fatti che hanno portato all’arresto di Nunzio D’Erme
«Abbiamo presentato, con Marco Miccoli (Pd) e Adriano Zaccagnini (Sel) un’interrogazione al Ministro dell’Interno per essere a conoscenza dei fatti che hanno portato all’arresto di Nunzio D’Erme, uno dei personaggi più in vista del movimento romano».
Lo afferma Celeste Costantino, deputata di Sinistra Ecologia Libertà.
«Nonostante Nunzio sia adesso ai domiciliari, continuano ad essere inspiegabili i motivi del suo arresto per possibile inquinamento delle prove, a cinque mesi dalla rissa avvenuta durante un convegno sull’omofobia al quale partecipavo – conclude l’on. Costantino – insieme ad altri rappresentanti delle istituzioni di Roma Capitale».
Nunzio D’Erme in questi anni è stato protagonista, con molti altri esponenti del movimento romano, di un importantissimo lavoro di mediazione in una città nella quale le tensioni sociali sono sempre maggiori e preoccupanti.
«Crediamo – spiegano gli on. Miccoli e Zaccagnini, cofirmatari della interrogazione – che le forze dell’ordine debbano adeguatamente monitorare gli atteggiamenti provocatori dei movimenti di estrema destra, compreso il gruppo di Militia Christi, che aveva palesemente manifestato l’opposizione alla proposta di legge per l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole oggetto dell’assemblea»