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Domenica a Roma succede qualcosa di bello. #unanuovaproposta per il paese

 

28F9C06E-94AB-4153-A25D-F27C36EF38A3Una nuova proposta che prova a rispondere al disagio e al malessere di tante e tanti.
Il contrasto alle povertà e alle disuguaglianze sarà l’ossessione che guiderà questo percorso politico.
Un percorso che rivendico e che tutti noi di Sinistra Italiana dovremmo rivendicare. Perché al netto delle polemiche, delle preoccupazioni e dei limiti che è sempre bene tenere presenti ma che non devono soffocare il nostro animo, ci sono tanti motivi per essere orgogliosi di questa tappa domenicale.

1. il campo politico. Ci dicevano che saremmo rimasti soli fuori dall’alleanza con il Pd. Che era impensabile aggregare, soprattutto con questa legge elettorale, fuori dalla coalizione. E invece è stato Mdp ad arrivare sulle nostre posizioni e a decidere insieme a noi e a Possibile di dare vita a questa alleanza elettorale.
2. la politica. In questi anni in Parlamento abbiamo contrastato quasi in solitudine provvedimenti che hanno peggiorato concretamente la vita delle persone: jobs act, buona scuola, sblocca Italia. Dopo la straordinaria battaglia referendaria in difesa della nostra Costituzione quel pezzo di Pd che aveva votato quei provvedimenti dice una cosa semplice: avevate ragione voi.
3. la cultura politica. Abbiamo cercato di rispondere alla richiesta di unità che ci arrivava da un popolo più ampio dei nostri militanti. Sarebbe stato facile chiudersi nel fortino delle nostre coerenze. Lo voglio ricordare: noi siamo rimasti al nostro posto in questa legislatura. Se avessimo ricercato “garanzie” di una sicura rielezione avremmo potuto fare scelte diverse.
Senza contare che il 3% non è per Sinistra Italiana un obiettivo fuori portata. Non una passeggiata certo ma neanche un risultato non praticabile.
Questa scelta di stare insieme è stata dettata solo dalla necessità di dare un luogo in cui far vivere l’alternativa alle destre, ai populismi e alle politiche sbagliate e rivendicate dal Partito democratico. Avremmo voluto, noi di Sinistra Italiana, che questo luogo vedesse la partecipazione anche di tanti altri che hanno dimostrato in questi anni di pensarla esattamente come noi ma purtroppo non ci siamo riusciti.
Questo però non può metterci nelle condizioni di fermarci a guardare solo quello che non siamo riusciti ad ottenere e non guardare invece a tutto quello che abbiamo prodotto e che dobbiamo continuare a produrre. E non mi sfugge nemmeno la difficoltà per noi di confrontarci con nomi pesanti, che in passato ci siamo trovati addirittura a contestare. Ma che cosa avremmo dovuto fare? Porre dei veti sulle singole persone? Mi dispiace ma non sono d’accordo. Mi spingo anche oltre. Io non provo nessun imbarazzo a stare in questa alleanza elettorale con Massimo D’alema. Un leader di grande statura culturale. Che ha fatto scelte che contestavo allora e su cui non ho cambiato idea adesso ma che non può essere individuato come l’unico responsabile del fallimento del centrosinistra. Troppo facile. L’ha fatto Renzi e i risultati li conosciamo. Esiste il Kosovo ed esiste la Palestina. Ma soprattutto esiste la Libia. E consiglierei al Sindaco “gentile” Giuliano Pisapia di andare oggi lì mentre chiude l’accordo con Matteo Renzi.
Insomma è arrivato il momento. Proviamoci. Non per noi stessi ma per cambiare le cose. A testa alta. In attacco e non in difesa. Con il sorriso. Basta reprimere gli entusiasmi perché non siamo perfetti. La libertà passa dall’accettare le differenze. E noi diversi lo siamo davvero.