Articolo

Il mio intervento al Congresso di Sinistra Italiana

Qualche giorno fa Pagina 99, pubblicava stralci di un articolo firmato da Eliane Glaser sull’Indipendent dal titolo: Sono élite e me ne vanto.
Nel pezzo, cito testualmente, dice: «In quanto accademica londinese di inclinazione progressista, faccio parte del nemico della nostra epoca: l’élite liberale e metropolitana». Ci vuole un’energica chiamata alle armi contro i populismi che hanno messo sotto attacco gli intellettuali “borghesi radical chic di sinistra”.
Mi ha colpito molto questo articolo perché ho sentito in quelle parole tutto il peso dell’inadeguatezza della Sinistra nell’analizzare i processi, e stare nel reale. L’esorcismo dei populismi semplicemente attraverso la sottrazione dalla realtà. Fa comodo individuarli come qualcosa di alieno, come qualcosa che non ci appartiene, da cui basta prendere le distanze per porgli un argine.
Così fa una certa Sinistra autorefenziale che parla solo a se stessa che ha perso appunto completamente il senso della realtà. Non è un problema recente. È un percorso che avvenuto nel corso degli ultimi quindici anni, quando pur evocando l’avvento e l’incidere della crisi economica, culturale e sociale, non abbiamo trovato le parole, non abbiamo trovato gli strumenti per fare in modo che quella povertà non invadesse tutto. Non invadesse i corpi, le menti, l’anima delle persone. E la disuguaglianza purtroppo è un male che è cresciuto, che ha deformato, che ha abbruttito e depresso il nostro popolo.
Ecco perché: Sinistra Italiana. Perché questo soggetto politico può provare a colmare questo gap, attraverso delle idee non più viziate da un neoliberismo temperato che sembra essere l’unico perimetro in cui fare politica. “Se elimini i voucher devi dire che cosa offri in alternativa a quelli”. Ebbene l’alternativa è buona occupazione. Non c’è un modo per rendere più piacevole lo sfruttamneto delle persone. E se c’è non è la nostra battaglia. Questo facciamolo fare ad altri.
Facciamolo fare a quella sinistra che citavo all’inizio che pensa di risolvere tutte le questioni del lavoro giovanile con le sturt upp e i cooworking. Che non capisce che c’è un pezzo d’Italia che sinceramente non ce la fa e che la retorica della meritocrazia storicamente della destra, abbracciata mortalmente da Matteo Renzi e dal M5S sta uccidendo migliaia di ragazzi. Io penso che Sinistra Italiana debba far diventare una priorità il diritto allo studio, ma voglio poter dire qualcosa anche a quel ragazzo che a scuola non ci va più e che ha il diritto di vivere e di non soccombere per mano di uno Stato che ha deciso di ignorarlo, di vomitarlo fuori dagli ingranaggi del sistema economico di questo Paese. E allora battaglia sul reddito minimo garantito, facciamoci sentire di più su questo ma contemporaneamente pensiamo un piano per il lavoro, facciamoci carico di riscrivere un’alternativa all’esclusione e allo sfruttamento legale e illegale messo in piedi dai Governi Berlusconi, Monti e Renzi. Ridiamo dignità a quelle categorie che si sono ritrovate ad essere casta senza esserlo. Penso agli insegnati a i lavoratori pubblici. Diamo voce a chi in questo momento silenziosamente, senza tutele e diritti, in una condizione di schiavitù manda avanti pezzi della nostra economia. Parlo dei migranti nell’agricoltura, nell’edilizia, nella cura dei bambini, degli anziani e dei malati ma business già per il sol fatto di esistere. Sapete quante cooperative stanno nascendo sane e insane, intorno all’accoglienza dei flussi migratori? Tantissime, troppe purtroppo.
Per paura di apparire radicali o peggio ancora visionari abbiamo dimenticato che quest’ordine delle cose non è immutabile. E aver deciso con la costruzione di Sinistra Italiana di ritornare a crederci è il motivo che mi fa dire che io Stefano Fassina possiamo e dobbiamo stare dentro lo stesso partito. Io che ancora non ho maturato una posizione chiara nei confronti, scusatemi la semplificazione, dell’Europa guardo con ammirazione a chi osa da Sinistra mettere in discussione quell’ordine prestabilito. Prestabilito da chi? Perché? Allora potremo arrivare a conclusioni diverse io e Stefano ma in una fase costituente, fondativa io ho bisogno di questo contributo per liberarmi anche da una formazione che non ho problemi ad ammettere a volte è stato un paravento anche per me.
Chiudo dicendo che ho bisogno di ascoltarvi tutte e tutti ma attenzione ho bisogno anche di essere ascoltata. Perché se tanti errori sono stati commessi ci sono dei punti su cui la Sinistra invece non può e non deve tornare indietro. Non deve tornare indietro sull’orizzontalità tra diritti civili e sociali. Non deve assumere un modello maschile e maschilista nelle forme e nella pratiche della politica. E questo ha a che fare con la sostanza delle questioni che ci sono in ballo ma anche con la modalità con cui si sta insieme e si decide di fare politica insieme. “Non una di meno” non è stata solo una manifestazione ma una presa di parola pubblica e la ricerca di uno spazio politico. Mi aspetto che la Sinistra contribuisca fattivamente alla costruzione di quello spazio.
Mi aspetto onestà. Parola che non intendo cedere a nessuno. Perché la lotta alla corruzione e alle mafie è la precondizione dell’agire politico di una forza di Sinistra.
Mi aspetto apertura, partecipazione, cura, rispetto per tutte e tutti quei militanti che lavorano quotidianamente sui territori. Mi aspetto leadership collettive. Un “noi” che possa prendere il soppravento su un “io” imperante che non ha fatto altro che creare grandi solitudini e grandi guasti democratici. E infine mi aspetto passione ed entusiasmo. Quello che ho perso un po’ in quest’ultimo anno perché quando non hai una comunità in cui fare politica, ogni tuo gesto, ogni tuo sforzo seppure corretto ti sembra perdersi.
Ritroviamoci insieme compagne e compagni, ancora curiosi, ancora con la voglia di camminare domandando.