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L’associazione Frida Khalo di nuovo sotto attacco. La mia interrogazione al Ministero dell’Interno

MARANO 2
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18222

COSTANTINO e FRATOIANNI. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:

l’associazione di volontariato «Frida Kahlo, la città delle pari opportunità» gestisce, in collaborazione e per conto dell’ente comune di Marano di Napoli, a titolo totalmente gratuito, un servizio di sportello ascolto per la prevenzione ed il contrasto alla violenza di genere, in virtù di delibera di giunta comunale n. 148 del 2 novembre 2011, presso la sede comunale distaccata di Torre Caracciolo (ex ufficio anagrafe);

negli anni lo sportello di ascolto è divenuto un punto di riferimento e di aggregazione per le donne del territorio, territorio molto povero sia nell’offerta di servizi che nell’offerta culturale e sotto molti punti di vista l’associazione ha colmato l’assenza delle istituzioni. L’associazione ha realizzato uno spazio sociale in cui le donne si incontrano e raccontano le proprie esperienze di vita, al cui interno sono stati avviati laboratori volti non solo al sostegno delle donne vittime di abusi e violenza ma anche e soprattutto alla prevenzione della violenza mediante la diffusione della cultura di genere e l’istituzione di una biblioteca di genere, una biblioteca popolare realizzata con la donazione di testi da parte delle cittadine e dei cittadini, promuovendo iniziative e progetti per l’inserimento dell’educazione sentimentale nelle scuole;

a seguito di infiltrazioni al solaio di copertura dell’edificio comunale, i locali, sede del detto sportello di ascolto, furono chiusi per un lungo periodo per consentire le necessarie opere di ripristino dell’agibilità dei medesimi locali;

con ordinanza sindacale n. 18 del 18 maggio 2015 i locali furono riconsegnati all’associazione per la ripresa delle attività e, fin dal momento dell’assegnazione dei locali, lo sportello è stato oggetto di numerosi e ripetuti atti vandalici da parte di ignoti che hanno determinato più volte la sospensione delle attività, riprese poi a cura ed oneri dei volontari dell’associazione;

più volte le associate e gli associati hanno chiesto l’intervento dell’ente per la messa in sicurezza dei locali (porta di ferro, grate alle finestre e ripristino del cancello di ingresso ai locali), ma, nonostante l’associazione abbia avviato un protocollo d’intesa con il comune per un progetto ad ampio respiro per la casa delle pari opportunità, le autorità locali non hanno dato risposta;

il protocollo con il comune è stato sospeso, perché l’associazione era stata cancellata illegittimamente dall’albo regionale dalla regione Campania, cancellazione contro la quale «Frida Khalo» ha fatto ricorso al Tar, vincendolo, ma l’ente comunale non si è adeguato all’esito del ricorso e ha rinunciato ad agire quantomeno per garantire la sicurezza nel normale svolgimento delle attività associative, attività di cui il territorio di Marano ha estremamente bisogno;

già nell’agosto del 2016 si è verificato un atto di vandalismo, al quale segue quello del 16 ottobre 2017: la sede è stata completamente devastata, la biblioteca e i libri sono stati distrutti, la porta di ferro è stata scassinata ed è stato ritrovato un gatto ammazzato dentro la sede, come un avvertimento di stampo mafioso. L’associazione ha denunciato il tutto alla compagnia dei carabinieri di Marano –:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e come intenda attivarsi affinché la prefettura, la questura e le forze dell’ordine locali garantiscano la sicurezza della sede dell’Associazione Frida Khalo e delle persone che la frequentano perché si svolgano normalmente le attività dell’associazione.
(4-18222)

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/18222&ramo=CAMERA&leg=17

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La Sacal spa agisce ancora senza trasparenza, nonostante l’operazione Eumenidi. La mia interrogazione al Ministro dei Trasporti

Sacal

Interrogazione a risposta scritta 4-18186

COSTANTINO e FRATOIANNI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

la Sacal spa, società che gestisce gli aeroporti di Lamezia Terme, Crotone e Reggio Calabria, ha comunicato in data 9 ottobre 2017 che l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2016 della società deliberando il ripianamento di perdite di circa 5,5 milioni di euro (1,5 milioni riferito al 2016, mentre 4,1 milioni fino al 2015), in parte coperte con riserve della società per circa 2 milioni, mentre rimangono da ripianare intorno ai 3,6 milioni di euro;

nonostante le evidenti criticità finanziarie, nel corso dell’estate 2017, sono stati pubblicati dalla Sacal degli avvisi pubblici per la selezione di personale da impiegare sia all’aeroporto di Reggio Calabria, sia come risorse di staff;

le suddette procedure selettive, pur essendo state pubblicate sul sito istituzionale della società, hanno avuto minima pubblicità da parte della Sacal e da parte dell’amministrazione comunale di Lamezia Terme;

a fine giugno 2017, la Sacal Gh, società che gestisce i servizi a terra dell’aeroporto di Lamezia Terme, a quanto risulta agli interroganti ha aggiudicato, a seguito dell’indagine di mercato, alla società Etjca spa il servizio per la selezione e somministrazione di lavoro temporaneo per n. 20 risorse (6° livello contratto collettivo nazionale di lavoro Assohandler), da adibire alla mansione di addetto di scalo presso l’aeroporto di Lamezia Terme;

da quando risulta agli interroganti la suddetta società Etjca starebbe erogando corsi di formazione per personale da impiegare in mansioni specifiche che riguardano le attività aeroportuali gestite da Sacal;

tale procedura evidenzia, secondo gli interroganti, una situazione di palese discriminazione, in quanto consente solo alle poche persone informate, di accedere ai corsi di formazione e di conseguenza di partecipare alle procedure di selezione di Sacal Gh per l’assunzione di personale;

le situazioni sopra riportate evidenziano gravissime carenze sul piano della trasparenza e della meritocrazia per quanto riguarda il reclutamento di personale, sia in Sacal che in Sacal Gh, escludendo nei fatti tantissimi disoccupati e persone giovani in cerca di lavoro;

come emerso anche nell’ultima operazione Eumenidi, in passato la selezione del personale in Sacal, in particolare all’aeroporto di Lamezia Terme, è stata in tantissimi casi dettato, da logiche di vicinanza e convenienza politica, in chiave elettorale, escludendo qualsiasi criterio di merito, violando le stesse norme per il reclutamento di personale nelle società a partecipazione pubblica e determinando in questo modo addirittura l’assunzione in Sacal di persone vicine ad ambiente criminali;

se evidenzia il paradosso del perdurare delle criticità finanziarie della società rispetto al crescente numero di passeggeri dell’aeroporto di Lamezia Terme, che ha visto lo scalo lametino crescere quasi dell’8 per cento rispetto al 2015 –:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, affinché la situazione gestionale e finanziaria sopra descritta della SACAL non comprometta la qualità dei servizi all’utenza e lo sviluppo del sistema aeroportuale calabrese, secondo princìpi di legalità e trasparenza.
(4-18186)

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/18186&ramo=CAMERA&leg=17

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Una famiglia da anni senza casa a Pescara e le responsabilità di Comune e Prefetto. La mia interrogazione parlamentare

Senza casa

Interrogazione a risposta scritta 4-18180

COSTANTINO e FRATOIANNI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:

i coniugi Alessandra Marsili e Francesco Roberto e i loro tre figli di 21, 19 e 15 anni, sono rimasti senza abitazione ad Alanno, in provincia di Pescara, nel 2015, quando la loro casa venne dichiarata inagibile, perché sita sulla retta di un canale dove si riversano le acque piovane;

il canale col tempo ha eroso le fondamenta della casa rendendola impraticabile, e una parte ha subito un cedimento, dovuto alle continue infiltrazioni di acqua piovana;

in attesa che si procedesse con i lavori del canale e al ripristino delle condizioni di abitabilità, la famiglia ha trascorso quasi due anni ospitata da amici e parenti, mentre quest’anno per tre mesi ha potuto usufruire dell’ospitalità di un albergo a spese del comune. Duecentocinquanta euro a notte fino a passare la soglia di oltre ventiduemila euro;

al termine di questi mesi, la soluzione che il comune ha offerto loro è stata una casa popolare umida e invasa dalla muffa, soluzione respinta a causa delle condizioni di salute precarie di uno dei figli, gravemente allergico;

in attesa di un’azione risolutiva del prefetto a cui si sono rivolti per avere garantita un’abitazione dignitosa e dinanzi al rifiuto reiterato di prefetto e sindaco di intervenire risolutamente come se questo fosse un privilegio e non un diritto di cittadinanza, a giugno 2017, la famiglia Roberto decide di occupare il suolo pubblico tra il comune e la prefettura per rompere il silenzio attorno al loro caso, ormai divenuto un fatto puramente burocratico. Dopo centosedici giorni vengono sgomberati: risanare le fondamenta erose dal canale costa troppo, nonostante regola vuole che le opere pubbliche vengano messe a norma e il territorio risanato –:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa, quali soluzioni abbia approntato o intenda approntare la competente prefettura, in sinergia con il comune, e quali iniziative di competenza intendano assumere, anche incrementando le risorse a disposizione degli enti locali, per rafforzare le politiche abitative con particolare riferimento a famiglie disagiate o in condizioni di difficoltà, come nel caso richiamato.
(4-18180)

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/18180&ramo=CAMERA&leg=17

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‘Ndrangheta, sul depuratore dello IAM di Gioia Tauro attendiamo risposte da oltre un anno e mezzo

IAM

Da oltre un anno e mezzo siamo in attesa di una risposta ad una interrogazione rivolta alla Presidenza del Consiglio e ai Ministri dell’Ambiente, della Salute e dell’Interno che chiedeva di fare chiarezza su quanto avveniva all’interno del CdA della IAM. (Iniziative Ambientali Meridionali SPA), la cui proprietà è in capo all’Asireg, consorzio per lo sviluppo industriale riconducibile alla Regione Calabria, al centro di indagini per sversamenti illeciti e altamente inquinanti. Non solo non ci è mai stata data nessuna risposta ma oggi veniamo a conoscenza, grazie al lavoro del Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho, che la IAM. e’ coinvolta in un giro di tangenti con un interessamento speciale da parte della cosca Piromalli che non solo riscuoteva le tangenti ma collaborava nella trasformazione illegale degli scarti industriali in fertilizzanti, forse per fini agronomici, con conseguente rischio per la salute dei cittadini. La IAM e’ stata posta sotto sequestro e ancora i Ministri interrogati e la Presidenza del Consiglio non ci hanno dato una risposta, risposta che oggi aspettiamo ancora. E’ necessario che la politica faccia la sua parte senza aspettare che la giustizia la anticipi puntualmente.